
Il WWF di Parma esprime il suo sconcerto di fronte all’annuncio di un nuovo polo logistico da oltre 500mila metri quadri nella frazione di Case Rosi. Un progetto che, qualora venisse approvato, avrebbe davvero dell’incredibile, visto che Fontevivo, e più in generale la nostra provincia, sono da molti anni ai vertici delle tristi classifiche nazionali del consumo di suolo.
La percentuale di terreno cementificato ha raggiunto a Fontevivo uno sbalorditivo 25,5%, il triplo della media regionale, addirittura più alta di contesti urbani come Parma e Fidenza, rispettivamente al 22% e al 13% (dati ISPRA). Il comune era già finito nel 2014 nel mirino dell’amministrazione provinciale di Bernazzoli, (non certo un covo di ambientalisti militanti) per l’evidente insostenibilità dell’ondata di cemento che lo stava travolgendo.
La sola ipotesi di nuovi insediamenti è ancora più paradossale se si pensa alle migliaia di mq di capannoni, uffici e piazzali vuoti, in molti casi da decenni, che chiunque può vedere percorrendo la Via Emilia tra Parma e Fidenza. Che ne sarà di questi spazi? Verranno mai riutilizzati, salvando dalle ruspe prezioso suolo agricolo, o resteranno per sempre come monumenti alla cattiva politica e alla sfrenata speculazione che si sta divorando il nostro territorio? Per quanto ancora la nostra classe dirigente si riempirà la bocca di food valley e di vocazione agroalimentare, per poi correre un minuto dopo a progettare nuovo cemento e asfalto?
Viene da chiedersi se i nostri amministratori siano misteriosamente rimasti impigliati nel XX secolo, se non si siano accorti che è arrivato il terzo millennio e che siamo in piena emergenza ambientale e climatica, se abbiano mai sentito parlare di stop al consumo di suolo, di sviluppo sostenibile, o semplicemente se conoscano il significato della parola “futuro”.