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Oasi di Cronovilla

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Da poche settimane, il WWF di Parma gestisce in convenzione con il Comune di Traversetolo, l’Area naturalistica di Cronovilla, una vecchia area di cave di ghiaia restituita alla natura e alla comunità. A pochi KM da Parma, un vero paradiso per fotografi e birdwatcher.

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Sulla strada del mare ricordiamoci la “tassa occulta” della TiBre.

manif no tibreCi sono notizie apparentemente lontane, che indicano chiaramente in che direzione va il mondo. Nei giorni scorsi, pochissimo rilievo ha avuto l’impresa di Solar Impulse II, un prototipo di aereo ad energia solare che ha compiuto il giro del mondo senza bruciare una goccia di carburante. Un volo verso il futuro, oggi relegato nei trafiletti delle pagine interne, ma del quale probabilmente i nostri nipoti leggeranno nei libri di storia.

Sempre in questo periodo, i giornali ci raccontano dei fragorosi buchi finanziari, e relativi risvolti giudiziari, di troppe “grandi opere” italiane, volute e portate avanti con la testa rivolta al secolo scorso e agli interessi dei soliti noti. La BreBeMi, inaugurata in pompa magna solo due anni fa in vista della grande abbuffata dell’Expo, continua la sua agonia fatta di traffico inesistente, denaro pubblico sperperato, azionisti in fuga. Pochi chilometri più a ovest, un altro progetto novecentesco come la Pedemontana Veneta rischia di non venire mai inaugurato, dopo avere devastato un territorio e triplicato i costi, trasformandosi in una polpetta avvelenata da parecchi miliardi per i conti pubblici. Progetti promossi da una classe dirigente che, a dispetto dell’attualità e del buon senso, continua a raccontarci che la ricetta dello “sviluppo” e della “ripresa” deve avere cemento, asfalto e petrolio come ingredienti irrinunciabili.

In questo quadro, colpisce la pervicacia con la quale i signori del cemento parmensi, con il ben noto codazzo politico bipartisan, insistano nel portare avanti il folle progetto pomposamente chiamato TiBre. Si tratta in effetti di molto meno, un moncone di asfalto di dieci chilometri che collegherà Pontetaro con il nulla della campagna di Trecasali. Il tutto devastando centinaia di ettari di (ex) Food Valley, al costo di mezzo miliardo di euro (no, non è un refuso, 513 milioni per meno di dieci chilometri!), raggranellati mettendo le mani nelle tasche degli utenti di Autocisa, i cui pedaggi aumenteranno dell’80% in pochi anni.

Vorremmo che i Parmigiani, mentre in questi giorni viaggiano verso le amate spiagge della Versilia o della Liguria, ricordassero che il salasso che subiranno al casello è questo: una “tassa occulta” per pagare il mozzicone di un’opera assurda, destinata a rimanere incompiuta, visto che i miliardi necessari per arrivare a Verona non ci saranno mai. Il progetto è al momento fermo al palo, e ci sono ancora possibilità di scongiurare il pericolo. Se però dovesse malauguratamente vedere la luce, tra qualche anno leggeremo di autostrada deserta, di buco finanziario tappato da noi contribuenti, di ennesima porcheria all’italiana. Speriamo che allora i Parmigiani si ricordino le voci critiche, del WWF e di tante Associazioni e Comitati, e i pochi, isolati Amministratori di piccoli Comuni della Bassa, che tentano di opporsi a questo scempio, tra lo scherno, quando non gli insulti, dei loro colleghi dalla schiena più flessibile.

LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA CONGELA LA TUTELA DELLA RETE NATURA 2000, UNA GRAVE DECISIONE

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Comunicato congiunto di WWF, Legambiente, LIPU

Stupore e disappunto delle Associazioni ambientaliste per la delibera regionale che sospende le Misure regolamentari relative al settore agricolo all’interno di rete Natura 2000.

“Ritirare il provvedimento e mostrare maggiore attenzione per la conservazione della natura”.

Bologna, 1° luglio 2016 – “Una decisione gravissima, che mette in pericolo la biodiversità dell’Emilia Romagna tutelata dalla rete Natura 2000 e che va immediatamente ripensata”.

Forti sono le preoccupazioni e il disappunto di  Lipu, Legambiente e Wwf per la delibera 710 del 16 maggio 2016 con la quale la Regione Emilia-Romagna ha sospeso, sino al 31 dicembre di quest’anno, le Misure di conservazione di tipo regolamentare relative al settore agricolo in tutti i siti Natura 2000, che presentano al loro interno habitat preziosi e tutelati a livello europeo.

“Si tratta di una scelta molto grave – dichiarano le Associazioni – che può determinare un colpo durissimo alla biodiversità regionale tutelata dai siti Natura 2000, con tutto il loro patrimonio di specie animali e vegetali, siti e habitat naturali legati all’agricoltura”.

La decisione regionale giunge peraltro in un momento in cui le Regioni italiane sono chiamate a risolvere la procedura di infrazione (n. 2015/2163) che la Commissione europea ha aperto per la mancata designazione delle Zone speciali di conservazione (Zsc) e la mancata adozione delle misure di conservazione. La sospensione delle misure regolamentari in ambito agricolo decise dall’Emilia Romagna ritarderebbe ulteriormente la protezione dei preziosi elementi naturali tipici del nostro ambiente agricolo, e fondamentali per la tutela della biodiversità, e li lascerebbe alla mercé di azioni tali da comprometterne, in alcuni casi anche gravemente, l’adeguata conservazione.

“Come se non bastasse – aggiungono le Associazioni – ci giunge  voce che la Regione ha anchedeciso di azzerare i fondi del Psr (Programma sviluppo rurale) 2014-2020 destinati ai pagamenti agro-climatico-ambientali dedicati alla biodiversità. Non saranno certo provvedimenti di questo genere, peraltro presi senza coinvolgere il Comitato di Sorveglianza del Psr, organo preposto al controllo dell’attuazione del programma,  a risolvere i problemi dell’agricoltura regionale mentre essi andranno ad aggravare la situazione proprio di quegli agricoltori virtuosi che hanno puntato sull’ambiente e la sua tutela”.

Con questi provvedimenti la Regione Emilia-Romagna subordina la conservazione della natura agli interessi economici legati ad un modello di agricoltura da tempo abbandonato dall’Unione europa con le ultime riforme della Pac. Oggi la tutela della biodiversità attraverso un efficace e efficiente gestione della rete Natura 2000 è infatti un obiettivo prioritario della Politica agricola comune dell’Europa.

Per tale ragione le tre Associazioni auspicano l’immediato ritiro di questi provvedimenti, ed hanno chiesto in queste ore un incontro urgente all’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo, dichiarandosi pronte a percorrere tutte le strade democratiche e giuridiche per tutelare il patrimonio naturale dell’Emilia-Romagna, riconosciuto come bene comune dell’Europa e dell’Italia.

bella serata al festival dei rondoni 2016

Clicca per vedere un breve video che racconta la riuscitissima edizione 2016 del Festival dei Rondoni alla Reggia di Colorno, di seguito il comunicato di ADA onlus.

 

 

Nel fine settimana del 25 e 26 giugno si è svolto il Festival dei Rondoni, evento internazionale che si propone di coinvolgere i cittadini in una piacevole esperienza di “scienza condivisa” utile a diffondere la conoscenza e la tutela della biodiversità urbana.  Tra le 38 località convolte in Italia e all’estero anche Colorno è stata protagonista. Le associazioni ADA Onlus, ASOER, Legambiente Parma e WWF Parma, con il patrocinio del Comune di Colorno hanno infatti organizzato l’evento “Alla Reggia coi rondoni” sabato 25 giugno, nel tardo pomeriggio.

Una trentina di partecipanti è stata guidata nel cortile e nel giardino della Reggia e per le vie del centro storico da Renato Carini, esperto in avifauna che in modo piacevole e preciso ha raccontato con esempi “dal vivo” le straordinarie caratteristiche di rondoni, balestrucci e rondini, grandi divoratori di mosche e zanzare la cui presenza è particolarmente utile all’ uomo ed il cui habitat riproduttivo è minacciato dalla chiusura di fori, fessure e tegole nei palazzi a seguito di lavori di ristrutturazione.

Ai presenti è stato  distribuito materiale informativo sui semplici e non costosi accorgimenti che, in caso di lavori edilizi, possono permettere la vita dei rondoni, autentici “insetticidi naturali”.

All’iniziativa ha partecipato l’Assessore all’Ambiente del Comune di Colorno Pier Luigi Mora cui le associazioni ambientaliste hanno consegnato, come esempio positivo da seguire, la copia della delibera del Comune di Rio nell’Elba in provincia di Livorno che come anche Milano e Trieste ha adottato nel Regolamento comunale l’obbligo di applicare le semplici tecniche “salva rondini, balestrucci e rondoni” che possono trasformare i nostri palazzi in “Monumenti vivi” della biodiversità.

disboscamenti selvaggi sui fiumi: il comunicato delle Associazioni Ambientaliste

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Clicca QUI   e  QUI  per i materiali presentati al convegno dello scorso 22 marzo

Le associazioni ambientaliste – Legambiente, Lipu, ReteambienteParma, WWF, tornano sulla questione dei disboscamenti nell’alveo e lungo le fasce fluviali del torrente Parma a Langhirano e Lesignano de’ Bagni. I lavori effettuati nel Parma sono solo un episodio dei tanti segnalati alle associazioni ambientaliste in questi ultimi due mesi da cittadini preoccupati per la distruzione di ambienti boschivi ripariali: il Baganza a San Vitale, il Lorno, il Rio Masdone, il Canale Milanino e altri ancora. Poiché la responsabilità della manutenzione dei corsi d’acqua è in capo a una serie di enti pubblici che devono operare nel rispetto di norme che si ritengono valide e non è compito delle associazioni seguire in modo analitico ogni intervento, si è deciso di concentrare l’attenzione sul caso di Langhirano, come situazione esemplare riferibile a tanti casi analoghi.

Le associazioni quindi, dopo avere fatto presente alle autorità competenti vari dubbi sulla correttezza dei lavori in corso e supportate da esperti di ecologica fluviale, hanno provveduto ad eseguire delle verifiche sul cantiere con la finalità di fornire al Comune di Langhirano suggerimenti utili al fine di migliorare la qualità ambientale dell’intervento. E’ noto, infatti, che la vegetazione fluviale va rimossa in alcune situazioni di rischio, ma va mantenuta dove svolge funzioni positive, come il rallentamento della corrente a beneficio dei tratti a valle, la difesa delle sponde, il miglioramento dell’ambiente acquatico ed il collegamento ecologico.

Al termine delle verifiche sul campo e della redazione delle proposte le associazioni hanno riferito in conferenza stampa l’esito dei lavori. “L’autorizzazione ed il progetto erano piuttosto generici, così abbiamo consegnato al Comune una lista di suggerimenti per eseguire i lavori in modo corretto” affermaPedrelli, “ma a un successivo controllo nessuno dei nostri suggerimenti risulta recepito, anzi, emergono numerose gravi difformità anche rispetto all’autorizzazione del Servizio Tecnico di Bacino”. Fior elenca in modo sintetico i gravi danni verificati: apertura non autorizzata di nuove piste con conseguente distruzione delle praterie con orchidee e taglio quasi totale di un raro bosco di ontani a causa del passaggio dei mezzi, , eliminazione di saliceti arbustivi, tagli di alberi fino a 150 metri dall’alveo, dove la vegetazione non costituisce ostacolo al deflusso delle acque e quando le prescrizioni parlano di 10 metri, taglio a raso, mancata rimozione della ramaglia e conseguente aumento del rischio idraulico”. Ottolini lamenta la difficoltà a trovare un dialogo con le autorità competenti: “abbiamo evitato di aprire polemiche sulla stampa, siamo stati disponibili a più incontri, in Comune e presso l’area di intervento, abbiamo consegnato un progetto dettagliato sul come era possibile operare nel rispetto delle leggi e dell’ambiente fluviale, ma siamo ancora in attesa di una risposta scritta e purtroppo la risposta è già arrivata nei fatti. L’unico criterio seguito è stato quello della riduzione dei costi e della massimizzazione dei ricavi, derivanti dalla vendita del legname asportato, per la ditta che ha eseguito i lavori”. Infine le associazioni individuano tra le cause della distruzione della vegetazione e degli ambienti fluviali, la mancanza di personale competente sia in fase progettuale che di esecuzione dei lavori e la modalità realizzazione dei lavori con la cosidetta compensazione che incentiva la ditta a tagliare ricavando un utile dallo sfruttamento di beni pubblici e multifunzionali. Le aree interessate dagli interventi hanno così perso molte delle loro funzioni non ultima quella ricreativa: nessuno più vorrà farsi una passeggiata in quei luoghi che, ricordano le associazioni, sono da poco stati inclusi nella Riserva MaB Unesco dell’Appennino Tosco-Emiliano e meritavano quindi ben altro trattamento.

Accogliamo a Parma i Pellegrini di “una terra, una Famiglia Umana” in cammino verso Parigi

x locandina

CLICCA PER VEDERE LE IMMAGINI dell’evento su La Repubblica Parma

Parcheggio scambiatore via Emilia est, h 15,30
sede WWF Piazzale Rondani, h 16,30

Questa domenica fa tappa a Parma “Una Terra, Una Famiglia Umana – In cammino verso Parigi”, il pellegrinaggio organizzato e promosso, per la tratta italiana (circa 1200 km suddivisi in 27 tappe), da FOCSIV – Volontari nel Mondo, con la collaborazione della Coalizione Italiana per il Clima, di cui il WWF fa parte.

La marcia raggiungerà Parigi in occasione della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima COP21 sui cambiamenti climatici

WWF Parma organizza questo evento di accoglienza ai pellegrini in marcia verso Parigi, al quale siete tutti invitati a partecipare.
Gli orari indicati potranno subire variazioni in base ai tempi di marcia dei Pellegrini, eventuali aggiornamenti saranno condivisi in tempo reale sulla pagina facebook WWF Parma.

NO all’ampliamento del Paip. Presentate le nostre osservazioni.

Wwf Parma, assieme agli amici di Ada e Legambiente, ha presentato alla Provincia di Parma, il documento di Osservazioni al progetto di Iren di potenziamento dell’inceneritore di Parma, in base all’art. 35 dello Sbloccaitalia.

Le osservazioni focalizzano sei punti concreti nei quali, a giudizio delle associazioni ambientaliste, la richiesta di Iren è deficitaria se non decisamente in contrasto con l’attuale AIA (Autorizzazione integrata ambientale) in vigore per il PAIP (polo ambientale integrato) di Ugozzolo e, di conseguenza, le tre associazioni chiedono alla Provincia di rigettare la proposta di Iren.

Il gruppo di lavoro che ha redatto le Osservazioni è stato coordinato da Maurizio Olivieri ed ha visto la partecipazione di: Rolando Cervi, Enrico Ottolini, Antonio Bodini, Ovidio Bussolati, Paolo Casalini, Pier Giuseppe Froldi, Nicola Nardomarino, Andrea Varacca, Mario Del Chicca, Francesco Dradi, Rosalba Lispi.

La prima osservazione è proprio sul tentativo di Iren di configurare come Non Sostanziale, la richiesta di ampliare l’autorizzazione da 130.000 a 195.000 tonnellate. In questo modo Iren eviterebbe di sottoporre a nuova Valutazione d’Impatto Ambientale l’impianto, considerando appunto Non Sostanziale, l’aumento di rifiuti da bruciare. Invece le tre associazioni considerano l’aumento del 50% di quantitativo di rifiuti una variazione sostanziale e, quindi, necessaria di un nuovo procedimento ad hoc.

Il secondo e terzo punto sono di natura tecnico-amministrativa ed evidenziano da un lato la mancanza dei decreti attuativi previsti dall’art. 35 SbloccaItalia, per individuare gli impianti esistenti, e dall’altro la difficoltà nell’applicare la classificazione R1 (impianto di recupero) all’impianto di Ugozzolo, che attualmente per il teleriscaldamento opera in regime di deroga.

La quarta osservazione evidenzia come cambiando l’oggetto dell’AIA (Autorizzazione integrata ambientale) da quantitativo in tonnellate a Potere calorifico medio (PCl) diventi estremamente arduo controllare il rispetto dell’autorizzazione stessa, poiché come scrive la stessa Iren nella relazione tecnica «dovendosi prevedere l’esercizio dell’impianto in condizioni di saturazione delle proprie capacità,non sia definibile un quantitativo di rifiuti conferibili all’impianto essendo evidentemente lo stesso variabile in funzione delle intrinseche caratteristiche del rifiuto». Nei fatti la richiesta a 195.000 tonnellate è meramente indicativa, dipendendo dal potere calorifico di ogni singolo carico in arrivo all’impianto. Un elemento che renderebbe, a questo punto, necessario un controllo capillare su tutti i camion in entrata, un’eventualità non considerata dal proponente.

Rimane il punto fermo dell’autorizzazione vigente in tonnellaggi e non in potere calorifico, il che muta radicalmente l’oggetto dell’AIA.

Il quinto punto si concentra sulle emissioni di inquinanti in atmosfera, smentendo l’assunto di Iren che nulla cambierebbe. Le associazioni evidenziano come, pur in invarianza di portata dei fumi dal camino, si avrebbe un aumento dei volumi totali prodotti ed immessi in atmosfera. Inoltre c’è una pianificazione (Piano della qualità dell’aria regionale, Paes) che prevede una costante riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti.

Infine Legambiente, Wwf e Ada sottolineano nella sesta e ultima osservazione come vi sia una incompatibilità della richiesta di Iren con la pianificazione in materia di rifiuti ed energia. Pur nelle more dell’art. 35 dello SbloccaItalia la pianificazione vigente va tenuta in conto (e attualmente l’autorizzazione è solo per rifiuti prodotti in ambito provinciale) e, pur non ancora in vigore, non si può ignorare la programmazione in corso di definizione per l’ambito regionale e i sub-ambiti di area vasta

scenderemo in piazza l’11 luglio per dire NO all’ampliamento dell’inceneritore di Ugozzolo

Il WWF di Parma aderisce alla manifestazione del prossimo 11 luglio, per dire un convinto NO alla richiesta di ampliamento della capacità dell’inceneritore di Ugozzolo a 195.000 tonnellate. L’associazione, con un comunicato, spiega le ragioni della propria adesione.

É opportuno ricordare – dichiara il WWF- che la prima stesura del Piano Provinciale del 2005 prevedeva una capienza di 70.000 tonnellate, e che fu proprio l’allora Enia, spalleggiata dal Comune a guida Ubaldi, a richiedere ed ottenere le attuali 130.000 tonnellate. L’atteggiamento di Iren , che oggi richiede un ulteriore ampliamento svincolato da qualunque fabbisogno del territorio, e per di più ricatta i Cittadini (che, attraverso i Comuni, ne sono fino a prova contraria proprietari) con lo spauracchio dell’aumento delle tariffe, è davvero inaccettabile. Come WWF, ci siamo già attivati per presentare osservazioni tecniche volte a contrastare questa richiesta.

Per quanto riguarda la provenienza dei rifiuti trattati a Ugozzolo, – prosegue la nota del WWF -bisogna ricordare che il piano attualmente vigente è quello provinciale, che limita al territorio Parmense il bacino di approvvigionamento dell’impianto. Auspicando una progressiva riduzione degli inceneritori nel territorio regionale, è altresì ragionevole l’ipotesi di farsi carico, in un futuro non lontano, di quantitativi provenienti da altre provincie. Questo dovrà però essere stabilito da un piano regionale che preveda tempi e obiettivi chiari di riduzione degli impatti ambientali della gestione dei rifiuti.

Riteniamo -aggiunge il WWF- che il Comune debba svolgere il proprio ruolo con maggior forza nei luoghi e con gli strumenti che più si addicono ad un’Istituzione: in Regione, dove a breve dovrebbero andare in discussione la proposta di legge ed il piano regionale rifiuti, e presso la Provincia, a cui spetta la decisione sulla richiesta di Iren.

Ultimo ma non ultimo – chiude il WWF – non possiamo dimenticare che il Comune di Parma è azionista di Iren, ruolo che permette di dire la propria nel luogo deputato, cioè il Consiglio di Amministrazione. Luogo nel quale sarebbe bene imporre, tra l’altro, un’informazione più trasparente sulla gestione dei rifiuti, sui flussi in entrata ed in uscita e sul funzionamento dell’impianto.

Difendere il Baganza per difenderci dalle alluvioni”: visita guidata sabato 18 e convegno mercoledì 22 aprile


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convegno baganza

Quanta ghiaia c’è nel Baganza: troppa o troppo poca? Perchè quella misteriosa doppia curva appena a monte della città? Il torrente è sempre stato lì? Che cosa c’è in questo ambiente, oltre che acqua e (pochi) sassi?

Dopo tanti luoghi comuni da bar, finalmente la possibilità di informarsi correttamente su un argomento che, dopo l’alluvione di sei mesi fa, ha animato il dibattito in città.

Sabato 18 aprile, h 9,45 ritrovo in via Navetta, presso l’ex “Pontino”. Appuntamento con WWF e Legambiente, per una visita guidata in bicicletta con Gabriele Alifraco, dirigente della Provincia ed autore di numerosi studi sulla storia e sull’idraulica di un torrente che non conosciamo ancora abbastanza bene.

Mercoledì 22 Aprile (Earth Day), h 9,15 al Campus Universitario, plesso “Q02” convegno  su una proposta di riqualificazione fluviale per il Baganza. Clicca per il programma completo

Partecipate!

No TiBre autostradale, SI TiBre Ferroviario: la manifestazione è stata un successo

Oltre 600 persone, tra cui i rappresentanti di molti dei comuni interessati dall’opera, hanno marciato ieri nei luoghi minacciati dal nuovo scempio chiamato TiBre, l’assurdo moncone di asfalto che partirà da Pontetaro per morire tra i campi di Trecasali. L’ennesima colata di asfalto inutile, che devasterà un pezzo di campagna tra i più belli della food valley,  al costo di 513 milioni di Euro (mezzo miliardo per 10 km!). Un lungo serpentone di manifestanti pacifici e determinati nel dire No all’ennesima autostrada inutile e Si al completamento del TiBre ferroviario.

Con la mai troppo deprecata eccezione delle testate storiche di Parma,  che si coprono ormai di ridicolo con il loro ostinato silenzio  sulla questione , la stampa ha dato ampio risalto all’evento. Di seguito alcuni link ai servizi pubblicati:

TG3 Emilia Romagna, dal minuto 3,25

Repubblica Parma

ParmaToday

RossoParma

Parma Daily

OgliopoNews